
Commenda San Fantino n°4 della Città di Palmi (RC)
Giorno 12 luglio 2020, nel corso del Capitolo del Balivato del Gran Priorato dei Cavalieri di San Bernardo – Europa Centrale e dell’Est, svoltosi nella suggestiva Sala Templari di “Capo Sperone Resort” in Palmi (RC), veniva consacrata la “Commenda San Fantino” e si procedeva all’installazione del primo Commendatore della Commenda, il Cavaliere Giuseppe Di Francia, nonché alla nomina dei Cavalieri Ufficiali. Nove Cavalieri (come già accaduto nel 1118), uniti da un sincero e profondo spirito di fratellanza, decidevano di intraprendere un cammino di perfezionamento interiore, di conoscenza e di arricchimento spirituale. È questo il cammino di chi non si rassegna alla realtà che lo circonda, ma sogna un mondo migliore; di chi è alla ricerca di qualcosa che vada oltre il mero materialismo e il consumismo sfrenato; di chi è sempre pronto a battersi in difesa dei più deboli e dei più bisognosi, armati non più con spade, scudi e lance, ma con le armi della Solidarietà, della Tolleranza, della Libertà, della Giustizia, della Fede e della Carità.
I nobili ideali che stanno alla base della Regola Primitiva son validi oggi come un tempo. Il sogno di rinnovamento dell’uomo e della società non è svanito con la soppressione dell’Ordine dei Cavalieri dei Templari ma è giunto intatto sino a noi, perché gli ideali resistono allo scorrere del tempo e ad ogni rogo alimentato dall’ingiustizia o dall’oppressione. Gli ideali di Fratellanza, Carità e Tolleranza, allora, sono come le solide colonne di un Tempio consacrato alla Verità. Esso è Tempio esteriore, che è rappresentato da un mondo migliore; esso è pure Tempio interiore, che alberga dentro l’animo dell’Uomo nuovo e che dentro lo spirito di ogni Templare si caratterizza per la sua forza e il suo candore.

I nove Cavalieri Fondatori della Commenda San Fantino sono:
– il Comandante Cav. Giuseppe Di Francia;
– il Siniscalco Cav. Giuseppe Calopresti;
– il Maresciallo Cav. Vincenzo Lentini;
– il Cancelliere Cav. Simonbiagio Boragina;
– il Tesoriere Cav. Domenico Giannotta;
– l’ Ospitaliere Cav. Antonino Magazzù;
– il Capitano delle Guardie Cav. Fabio Fatelli;
– il Primo Guardiano Cav. Antonio Didonna;
– a chiudere il cerchio di questi Fratelli Cavalieri, stretti in una catena dell’amore, vi è l’anello più prezioso, quello rappresentato da S.E. Gran Priore Magistrale, Cav. Enzo Polimeni.
La Commenda è dedicata a San Fantino (conosciuto anche come il Cavallaro o il Taumaturgo), il Santo più antico calabrese storicamente provato, nato a Taureana di Palmi (Rc) nel 294 dC, dove morì nel 336, il 24 luglio, giorno in cui si celebra la sua memoria. In effetti, nella vicina frazione Taureana di Palmi è ubicato il complesso archeologico di San Fantino, composto da una chiesa ottocentesca (sorta sui resti di precedenti chiese paleocristiane e medievali) che cela la «cripta di San Fantino», luogo di culto cristiano più antico della Calabria che conservava un tempo le spoglie dell’omonimo Santo e un battistero con Aghiasma, una fonte di acqua sacra tuttora presente. Ma la Commenda prende il nome di San Fantino perché questo luogo sacro è collegato alla storia dei Cavalieri Templari. Evidenti e numerose sono, infatti, le tracce del loro passaggio e sui marmi e sulle pietre di questo straordinario luogo sacro essi apposero la loro firma!

Giorno 12 luglio 2020 è iniziato, dunque, un nuovo cammino che porterà i Cavalieri Templari della Commenda di San Fantino (assieme ai Fratelli delle altre Commende dello stesso Ordine) a condividere esperienze di fede, nobili valori, progetti di solidarietà e grandi ideali; un cammino che li porterà a scoprire ancora di più sé stessi, allo scopo di portare nel mondo la parte migliore e più umana che vi è in ognuno di loro, al fine di aiutare i meno fortunati e, per questo, più bisognosi. Questi Cavalieri, con la forza della Fede, dei valori umani in cui credono, della Carità e della Solidarietà, sapranno certamente creare un mondo migliore. Certo, è un cammino per nulla facile, un cammino a volte solitario e a volte da condividere con nobili e generosi compagni di viaggio, ma il cui fine è quello di dare un senso alla vita e far sì che essa sia degnamente vissuta. E un senso, in chiave moderna, bisogna dare a quel sogno intorno al quale nove secoli fa’ un pugno di Cavalieri si riunì allo scopo di difendere i pellegrini europei in viaggio verso Gerusalemme. E un senso vi deve essere se nel 2020 altri nove Cavalieri si sono ritrovati a costituire la Commenda San Fantino. Come è ovvio, da allora gli scopi sono mutati ma la lotta non è mai cessata: ognuno combatte a suo modo qualche battaglia e ognuno ha innato in sé il senso del giusto e dell’ingiusto, del Bene e del Male. Lo scopo, allora, è quello di lottare contro le paure ed i demoni interiori affinché prevalga sempre il senso del giusto. Le battaglie dell’uomo moderno sono quelle che si combattono lungo la strada della Giustizia, del Bene, dell’Etica, della Solidarietà, della Libertà, della Tolleranza, della Fratellanza. Questo è il modo moderno e laico di essere, oggi, Cavalieri Templari.
Diventare “templare”, oggi, non può essere, allora, un’improbabile operazione di riproposizione di un passato che non c’è più, bensì vuol dire farsi carico di quei nobili ideali che, secoli or sono, hanno spinto tanti uomini a intraprendere il cammino difficile alla scoperta del Santo Graal e di un qualcosa di trascendentale capace di elevare spiritualmente il proprio essere. I Cavalieri Templari, oggi come un tempo, sono degli “iniziati” che non si accontentano di vivere come delle macchine destinate a produrre, consumare e distruggersi. Così come non si accontentano di sopravvivere in un mondo di illusioni, ingiustizie, diseguaglianze e soprusi. Per questo non si chiudono in una nostalgica torre d’avorio ma, con coraggio e fronte alta, vivono la realtà presente e progettano il Futuro, per realizzare il quale sono in costante cammino lungo le strade del mondo, tra passato e presente, tra tradizione e modernità.
I Templari, oggi, con coraggio e con fiducia guardano in avanti e affrontano, con la forza dei propri sogni e delle proprie idee, le sfide della modernità, affinché un giorno possa compiersi la renovatio mundi, il rinnovamento dell’uomo e della società intera.
Non vi è nulla di anacronistico, dunque, nel perpetuare e rinnovare l’avventura di quei primi nobili Cavalieri di nove secoli or sono. Vien da chiedersi, però, come mai quell’avventura non sia stata travolta dall’incessante scorrere del Tempo e come mai l’Ordine Templare, così centrale nel periodo storico delle Crociate, oggi (in condizioni storiche profondamente mutate) non sia caduto nell’oblio. I Templari, in realtà, incarnano una sfida alla ragione, alla storia ed alla modernità. È, forse, questo il vero mistero dei Templari. Oggi, come allora, i Cavalieri di Cristo sono alla ricerca di un qualcosa che dia un senso alla propria esistenza; sono ancora alla ricerca del Santo Graal, una ricerca che ha un significato simbolico che è quello connesso all’idea di perfezione interiore e di risveglio spirituale.
L’avventura di quei primi nobili Cavalieri rimane, allora, una grande lezione per l’uomo moderno: quella di farsi carico della responsabilità delle proprie azioni e delle proprie idee le quali, si dice, camminino sulle gambe degli uomini. Queste gambe a volte cedono e a volte la lotta è persa, ma non per questo meno giusta, non per questo bisogna desistere dal lottare. Ogni battaglia va combattuta solo perché giusta e non in vista del suo possibile esito. “Se il fine è giusto non può essere sbagliata la lotta“, diceva San Bernardo.
È questa una lotta di Fede, una lotta di Libertà, perché il gonfalone dei Templari (il Beauceant), il caratteristico vessillo del Tempio, è un vessillo di libertà! Il Cavaliere Templare non è schiavo di pregiudizi; concepisce la propria libertà come autodeterminazione; fa dipendere la virtù e il vizio dall’azione volontaria e libera. Il libero arbitrio, dunque, rappresenta il presupposto necessario della moralità. Tutto è lasciato alla volontà dell’uomo: a lui spetta di scegliere il Bene o il Male, la Virtù o il Vizio, l’egoismo o la solidarietà. Diceva S. Agostino: “Dio fornisce il vento ma l’uomo deve alzare le vele”.
LE FINALITÀ
La Commenda S. Fantino si prefigge come obiettivi la ricerca storica, il perseguimento della Conoscenza, la tutela del sito archeologico di San Fantino sito in Taureana di Palmi, lo studio della presenza templare in questi luoghi, la ricerca di tracce, documenti e reperti nonché i seguenti obiettivi indicati nell’art. 5 del Regolamento Interno della Commenda:
– solidarietà e carità cristiana;
– sostegno ai malati e ai bisognosi, agli orfani ed alle vedove;
– difesa dei diritti dei minori e tutela dell’infanzia;
– tutela della dignità umana e difesa dei diritti inviolabili della persona;
– difesa della libertà, della giustizia, dei diritti civili;
– connubio tra tradizione e modernità;
– crescita spirituale dei Cavalieri;
– creazione di un mondo migliore;
– difesa della civiltà cristiana;
– ricerca e studio della storia dell’Ordine, di antichi testi e simboli;
– difesa dei deboli e dei poveri.
