Gran Priorato
Le attività e le finalità dell’Ordine sono attuate in ciascun Paese attraverso il Gran Priorato Magistrale che è guidato e amministrato dal Gran Priore Magistrale e dal Consiglio Supremo del Gran Priorato Magistrale e sostenuto dai Grandi Comandanti Priorali che, assieme ai Grandi Dignitari ed ai Grandi Ufficiali, compongono il Collegio Onorario.
Attuale Gran Priore Magistrale d’Italia è S.E. Cav. Enzo Polimeni il quale, in virtù dei poteri riconosciutigli dallo Statuto e dal Regolamento dell’Ordine, rappresenta la massima autorità sul territorio nazionale; presiede e dirige la giurisdizione del Gran Priorato Magistrale d’Italia; rappresenta il Gran Priorato Magistrale in Italia, all’Estero e nei confronti dei Gran Priorati Magistrali degli altri Paesi; aiuta la trasmissione dello Spirito Sacro nel Capitolo, in modo che la dimensione cristiana entri nel cuore dei Cavalieri e che questa vibrazione inondi d’amore tutto il Gran Priorato; è il custode della Tradizione e dello Spirito dell’O.E.S.B.; è la garanzia del pieno e corretto perseguimento delle finalità del Gran Priorato Magistrale.
Coerentemente alle finalità dell’Ordine, il Gran Priore Magistrale, con rigore, giustizia e saggezza, guida la Comunione di Fratelli e Sorelle lungo il cammino della carità, della fratellanza e della tolleranza.
TOLLERANZA: Il principe siriano Osama ibn Munqidh, Emiro di Shaizar, fu un storico, letterato, abile scrittore e testimone privilegiato del suo tempo.
Dai suoi stessi racconti emerge che negli anni ’60 e ’70 del XII secolo, quando gli capitava di recarsi a Gerusalemme, era solito trovare ospitalità dai “suoi amici Templari” (come egli li definiva) presso il loro quartier generale, la Cupola della Roccia (il Tempio di Salomone), cioè l’antica moschea al-Aqsa sulla Spianata del Tempio. Qui, i Cavalieri Templari avevano predisposto una zona nella quale i loro ospiti musulmani potevano pregare in tutta tranquillità. Osama riferisce pure di essere stato liberato dalla “scocciante” presenza di un cristiano, da poco arrivato dall’Europa, che riteneva scandaloso permettere ad un “infedele” di poter pregare in un luogo sacro per la cristianità.
Anche nell’antica moschea di Acri, diventata poi la Chiesa di Santa Croce, fu mantenuta integra la parte contenente la tomba del profeta Salih e permesso ai musulmani di potervi recare a pregare.
Dunque, lungi dal considerare (già al tempo delle crociate) i Cavalieri del Tempio l’emblema dello scontro tra civiltà e religioni, i Templari anche oggi hanno il compito di portare avanti questa grande battaglia del mondo contemporaneo contro l’intolleranza e di percorrere la via della tolleranza, del dialogo e della convivenza pacifica.
CARITÀ e FRATELLANZA: “Non dimenticare che cammini sempre con un tuo fratello o una tua sorella, perché combatti con loro sotto la stessa bandiera […] Sentiti responsabile nei confronti di tuo fratello, perché un giorno Dio ti chiederà: “Dov’è tuo fratello?” Come Cavaliere del Tempio, non tirarti mai indietro ad andare in difesa dei deboli, specialmente donne e bambini, vedove e orfani che hanno bisogno del tuo aiuto” (estratto dal Regolamento dell’Ordine).
Come un antico Cavaliere Templare, il Cavaliere di oggi ha come compagno di viaggio ogni fratello e sorella che incontra lungo il suo cammino, assieme al/la quale difende il Tempio di Dio, la Casa del proprio Ordine, i poveri, i bisognosi e le vittime di ingiustizie.
Questa Comunità di Sorelle e Fratelli costituisce un’unica grande famiglia nella quale, sotto i mantelli bianchi e la croce rossa, non vi è il ricco e il povero, non vi sono differenze né privilegi né egoismi, ma si condividono i beni più preziosi: la fratellanza, i nobili ideali, l’amore fraterno. Il fratello in armi, allora, diventa il miglior alleato lungo questa avventura chiamata “vita”, il compagno di viaggio ideale da avere accanto nelle tante battaglie che ci si ritrova a combattere lungo il cammino che conduce al Santo Graal.
La Fratellanza, dunque, è il più nobile dei sentimenti, una predisposizione interiore, uno stato d’animo che va esternato non solo verso tutti i Fratelli e le Sorelle dell’Ordine ma anche verso tutti gli esseri umani, perché il valore della Fratellanza deve essere portato fuori dal Tempio, nel mondo profano, nel tessuto sociale e nella vita quotidiana.
È questa l’essenza della Fratellanza: una testimonianza di Fede, una missione di Carità e Solidarietà, da svolgere con un agire “condiviso”, in comunione e fratellanza, sostenendosi l’un l’altro. Infatti, “Comunità” vuol dire ”condivisione” (dal latino communitas, derivato da communis, cioè ”che è comune a molti o a tutti, condiviso”) e, dunque, condivisione di sentimenti, di ideali, di obiettivi, di comune crescita interiore e spirituale, all’insegna della Fede e della Carità, quella carità che si fa in silenzio, senza clamore, senza secondi fini; quella carità al centro dell’attività di tutto l’O.E.S.B..
“Fratellanza” e “Carità”, pertanto, rappresentano due colonne portanti del Tempio di Cristo, costituiscono un binomio indissolubile ed essenziale per la nobile missione dei poveri cavalieri di Cristo! Da queste due colonne parte quel cammino che conduce alla renovatio mundi, alla costruzione di un mondo migliore.
È questo un cammino certamente non agevole e non facile in un mondo in cui a prevalere pare siano l’egoismo, il profitto, l’interesse personale, l’ingiustizia, la sopraffazione, l’invidia, la cattiveria. Le Dame ed i Cavalieri dell’O.E.S.B. credono, però, nella forza dei propri ideali e non si rassegnano alla realtà ma, imperterriti, continuano il loro cammino tra passato, presente e futuro!